Durante il nostro tour della Namibia tutti ci hanno chiesto se fosse la nostra prima volta il Africa e il perché proprio di questa scelta.
Abbiamo sempre risposto che amiamo i viaggi “particolari” e che è stata una scelta di cuore, ma abbiamo lasciato la vera risposta solo per noi, alla fine della vacanza…Arrivati a Windhoek siamo stati accolti all’aeroporto da Matthias, una persona eccezionale, squisita, che ci ha portati al nostro alloggio ( hotel Hilton) e ci ha spiegato ogni minimo particolare…
anche se eravamo preparati già benissimo dalla nostra Cate. Durante il tragitto verso l’hotel abbiamo subito iniziato a respirare un’aria diversa, gioiosa e particolare, nonostante la città offra sicuramente un panorama limitato. L’hotel è molto bello, e ci siamo goduti un perfetto aperitivo a bordo piscina è un’ottima cena. Ci siamo subito resi conto della disponibilità del personale e di quei sorrisi che solo i namibiani sanno fare..
Il giorno seguente ci siamo svegliati di buon’ora ( alle 7 circa) e dopo un’abbondante colazione, ci siamo avviati verso Andersson at Ongava. Non vedevamo l’ora di poter attivare lì…
Appena usciti dalla città il panorama è stata la vera scoperta della mattinata. Distese enormi di deserto e piante, mille colori e sfumature, dal giallo al verde, piccole scimmiette che attraversavano la strada, un cielo limpido che sembrava disegnato… insomma uno spettacolo! La strada si è presentata per lo più asfaltata e anche qui, ci siamo resi conto della disponibilità dei locali, i quali non solo ti avvertono quando puoi effettuare un sorpasso, ma ti salutano e ti sorridono anche dalle macchine. Arriviamo finalmente ad Ongava, il portiere ci apre il cancello, spiegandoci di andare piano e raccomandandoci di non scendere assolutamente dalla macchina, in caso di bisogno avremmo subito dovuto chiamare lui… e abbiamo capito perché. La strada era sterrata e stretta e attraversava tutta la riserva, con possibilità di incontrare animali. Non potevamo credere di essere davvero li…. Arrivati di fronte all’andersson siamo stai accolti da un buon aperitivo appena scesi di macchina, e ci siamo potuti rinfrescare con degli asciugami freschi e profumati. Ci è venuto incontro Benedikta, una ragazza piccola e col sorriso angelico, che con una pacatezza e una cordialità sublime, ci ha accompagnati al nostro lodge. Ci ha spiegato che essendo appunto all’interno di una riserva, gli animali sono i “padroni” e sono liberi di circolari in quella splendida vastità di terreno. I lodge sono 9 in totale, spaziosi è dir poco e dotati di tutti i comfort. Hanno una splendida terrazza da cui poi si possono ammirare le stelle durante la notte. La zona pranzo, bar ecc si affaccia proprio su una pozza d’acqua dove gli animali vanno costantemente ad abbeverarsi… visibile anche dalla piscina a sfioro… ci sembrava di essere in un sogno! Nel primo pomeriggio abbiamo conosciuto Villou, la nostra guida Safari. Un ragazzo fantastico, che non solo ci ha fatto fare il tour della riserva, ma ci ha spiegato nei minimi dettagli tutto quello che c’era da sapere sugli animali… si vedeva proprio che ama il suo lavoro e che lo fa con passione. Abbiamo potuto ammirare un sacco di specie vivente, addirittura anche i leoni, compresi i cuccioli… che emozione! Il tutto si è concluso con un aperitivo al tramonto… e che tramonto. Che colori! Non credevamo ai nostri occhi, da una parte il cielo infuocato, e dall’altra già le prime stelle… incredibile! Villou poi dopo cena ci ha accompagnati nella terrazza del centro di ricerca per fare le foto alle stelle. Sembrava di toccarle, e inaspettatamente mi sono accorta che si potevano fotografare con un semplice cellulare… da non credere.
La mattina seguente ci siamo recati, sempre accompagnati dal “nostro” Villou al Parco Nazionale Etosha. Siamo partiti presto e abbiamo potuto ammirare un sacco di animali! Che esperienza fantastica!! Ma non è finita qui, perché appena rientrati al lodge per il pranzo, c’erano tre giraffe ad abbeverarsi davanti a noi… che regalo stupendo! Il pomeriggio ci hanno portati al centro di ricerca, dove non solo abbiamo ascoltato la storia, ma abbiamo potuto constatare la passione e l’amore che c’è per quel luogo… dopodiché di nuovo Safari nella riserva e… saremo ripetitivi ma le sorprese non erano ancora finite. Nella jeep con noi sono saliti anche Benedikta e un altro ragazzo, che Villou ci ha spiegato essere una nuova guida. Siamo stati così fortunati da poter vedere il leone che mangiava la sua preda. Che spettacolo! Indescrivibile!! E al momento del tramonto, i nostri tre angeli, ci hanno offerto un aperitivo con tanto di rito celebrativo per le nostre nozze. Non so se sarò mai capace di raccontare bene a parole quello che abbiamo provato in quel momento.
La mattina seguente, sveglia all’alba( e che alba), pronti per proseguire verso Damaraland. Ma prima di andare via, lo staff ci ha regalato una bottiglia di champagne con un biglietto ( scritto un po’ in italiano un po’ in inglese) di auguri! Credo che non lo dimenticherò mai! Dapadula Andersson, grazie di cuore, non solo per quello che abbiamo visto, ma soprattutto per le persone che lavorano lì. Angeli straordinari che porteremo sempre nel nostro cuore. E se è vero che esiste il destino, se è vero che esiste un filo conduttore che ci collega tutti, beh… io quel filo conduttore lo voglio presto accorciare per tornare lì… perché certe emozioni non si spiegano, perché il cuore batte forte e basta e perché certe persone ti rimangono così impresse da farti venire i brividi. Ma passiamo oltre, perché altrimenti starei a scrivere giorni su questo luogo…
Proseguiamo dunque verso Damaraland, con strada sterrata ( le strade sterrate della Namibia sono molto meglio di tantissime strade italiane). Durante il viaggio, il paesaggio Pian piano cambia… sembra di essere dentro a un film, colori così particolari che più di una volta ci siamo tolti gli occhiali pensando che le lenti amplificassero tutto… e tutte le volte abbiamo invece constatato come invece quei colori fossero reali! Wow… ci siamo “imbattuti” su tre bambini che lungo la strada ballavano, e con un po’ di pazienza siamo arrivati a destinazione. Scenario incredibile, rocce rosse, millenarie e cielo azzurro. Che spettacolo! Abbiamo alloggiato al Twyfelfontain lodge, che ci ha un po’ delusi per la poca cordialità del personale ( unico posto dove abbiamo riscontrato questo problema) e soprattutto per l’enorme quantità di ospiti presenti… un po’ troppo villaggio turistico … ma non era di certo stare nei lodge che interessava a noi, infatti siamo subito partiti per il safari alla ricerca degli elefanti del deserto. Che bella esperienza, poterli vedere così da vicino, poterli ammirare mentre mangiano, poter vedere la loro grandezza ( anche se sono più piccoli degli altri)… e per concludere un ottimo aperitivo nel deserto, mentre un tramonto infuocato ci scaldava l’anima …
Proseguiamo la mattina seguente, sempre all’alba, una delle più belle viste, per la città di Swakopmund. Lì ad aspettarci nella sua “casa al mare” c’è Silvio, un italiano che si è trasferito in Namibia diversi anni fa.. e aggiungo, ci credo.. ha fatto proprio bene! Ha una guest house deliziosa, e ci ha saputo consigliare divinamente sui ristoranti dove poter deliziare le due cene.. speriamo che venga a trovarci presto in Trentino, come promesso, perché anche lui è stato così speciale…
Ma la cosa da ricordare maggiormente di questo posto è sicuramente la giornata sulla Skeleton Coast con i ragazzi del Mola Mola Safari. Arrivando li la mattina alle 8 a Walvis Bay ti rendi già conto di quanto possa essere speciale la giornata, ma non puoi nemmeno immaginare che sarà oltre le aspettative. Iniziamo con la gita in barca( e già qui dire speciale è dire poco)… ammiriamo delfini, balene, foche… insomma sembrava come se la specie marina volesse farci un regalo e salutarci … arrivati sulla spiaggia meraviglioso aperitivo e super grigliata di pesce.. che dire! Ma è subito dopo pranzo, quando pensi di aver già goduto di tanto ben di Dio, che scoprì che il meglio deve ancora venire. Tour in jeep sulle dune del deserto, a picco sull’oceano, fino al tramonto inoltrato… non credo di poter scrivere quanto ci siamo divertiti, quanto abbiamo riso… quanto è stato bello!
Che esperienza fantastica, se dovessero chiedermi un’esperienza vissuta a 360 gradi che rifarei subito, non avrei dubbi!
Ma anche qui è giunta l’ora di ripartire, la mattina con calma questa volta, ci avviamo verso il deserto del Namib, a Moon mountain lodge… strada sterrata, particolare è dire poco … abbiamo avuto più volte il cosiddetto effetto vertigo… abbiamo attraversato il tropico del Capricorno, con l’immancabile foto ricordo, e quando siamo arrivati siamo rimasti molto colpiti… un lodge letteralmente incastrato nella montagna, in alto e con una vista mozzafiato…. Ogni camera è strutturata in modalità tendata, e con una bella vasca sulla terrazzìna esterna… bellissimo! Un’accoglienza fantastica e un personale sempre sorridente… peccato solo per il gran vento durante la notte, ci ha tenuti un po’ svegli ma avevamo comunque previsto la sveglia alle 5 di mattina per andare a Sossusvlei quindi poco importa. Siamo patiti così presto che abbiamo raggiunto il gate di entrata prestissimo, eravamo la terza macchina in fila… e ci siamo goduti l’alba con una bella colazione ( preparata dal lodge) in macchina. Siamo entrati e abbiamo subito iniziato a respirare un’aria unica. Le dune sono magnifiche, spettacolari, con dei colori unici … ti avvolgono il cuore! Ci siamo fermati subito alla duna 40, come da indicazione di Cate. Indicazione più che giusta, visto che eravamo gli unici a poterla ammirare in quel momento, mentre nella successiva duna 45 c’era tanta fila… siamo arrivati al parcheggio indicato e da lì abbiamo poi raggiunto la duna Big Dad, e con una bella camminata… anzi più che camminata la definirei davvero un “cammino spirituale” siamo giunti alla dead vlei. Un tuffo al cuore, un pugno allo stomaco e le lacrime che scorrevano silenziosamente. L’idea di essere entrati in un luogo di culto, un luogo magico e spirituale allo stesso tempo. Come non essere grati di tutto ciò. Un bel sole che scaldava le anime e un vento soffice e lieve che ci accarezzava …un’emozione unica. Non potremo mai dimenticarla, come del resto Martin non potrà dimenticare nemmeno la torta di mele squisita che ha mangiato da Moose.
La mattina seguente siamo partiti direzione Luderitz, un viaggio lungo verso il mare… l’oceano si scaglia contro la costa e noi, dal Nest Hotel, godevamo del suono delle onde e di questa vista suprema. Abbiamo mangiato un pesce squisito, sotto consiglio di Matthias, le migliori aragoste della Namibia. Abbiamo goduto di una gita mattutina in catamarano per vedere i pinguini. I pinguini?! Si mancavano solo loro e ci siamo riusciti !! Abbiamo visto la croce di Diaz, e sopratutto ci siamo fermati alla città di Kolmaskop, una città fantasma famosa per i diamanti. Una volta infatti era proprio lì che avveniva il tutto. Ed ecco che l’impressione avuta è stata quella di entrare in un libro di storia… un libro affascinante, ricco di significato, valore e immagini che rimarranno sempre nei nostri cuori. Sarà che sono sempre stata affascinata dalla storia, sarà l’atmosfera, saranno i colori… non lo so. Ma che sensazione magnifica!
Siamo di nuovo partiti dopo due notti, verso il Fish River.. che sorpresa. Un canyon pazzesco, un lodge proprio lì sopra, una piscina a sfioro e un panorama da cartolina, e che cartolina! Abbiamo goduto di un tramonto pazzesco tra le rocce, personale stupendo e abbiamo mangiato benissimo… insomma è stato proprio un bel regalo! La notte Martin ha potuto fare delle foto alle stelle dalla terrazza di camera, purtroppo il manager ci aveva promesso una nottata di foto, ma ha avuto un contrattempo e nel pomeriggio ci ha avvisati che non sarebbe più stata possibile. Ma poco importa, ci siamo comunque goduti la serata. Non avrei mai voluto lasciare questo posto, così magico e pazzesco… che meraviglia!!! Quando la mattina seguente siamo partiti, ci volevamo fermare al parco del Fish River, e dopo un lungo tragitto, a nostro malincuore, una volta arrivati lì non ci hanno fatto entrare perché non accettavano carte di credito. Non avevamo denaro a sufficienza, abbiamo provato a chiedere una soluzione, abbiamo provato a cambiare gli euro, ma tutto invano. Insomma ci è rimasto un po’ nel gozzo, vorrà dire che dovremmo assolutamente tornarci.
Da qui abbiamo raggiunto il Quivertree lodge, dove siamo stati accolti da un signore simpatico e gentile. Ci ha addirittura fatto scegliere la camera che preferivamo… camere particolari e semplici, con una bella vista sulla proprietà. Nel pomeriggio sorpresa delle sorprese, abbiamo assistito alla merenda dei ghepardi. Infatti, nella struttura sono presenti due ghepardi, due sorelle, alle quali è stata uccisa la mamma. Avevano solo tre settimane di vita e non potendo cavarsela da sole, sono state “adottate” dalla struttura… che meraviglia!!! Col cuore pieno di gioia siamo poi andati nella foresta, proprio attaccata al lodge, a godere di un bel tramonto sotto gli alberi faretra… famosi per le foto pubblicate sulle riviste di viaggi, immensi, non solo nella grandezza, ma nella bellezza! E che dire poi della cena, ci hanno organizzato una super serata, abbiamo mangiato benissimo. In un posto così semplice e modesto, hanno pensato a noi, unici ospiti, come se fossimo due personaggi importanti. Hanno, come si dice dalle mie parti, tolto il servizio buono per noi. E apprezzare tutto questo è d’obbligo, ti riempie il cuore. Con la pancia piena, e il cuore caldo, la notte stava iniziando ad arrivare, e il cielo, sempre più scuro, a mostrare la via lattea. E chi se la scorda più, chi l’ha mai vista così nitida. Eppure siamo anche fortunati, viviamo in una zona poco “contaminata” ma il cielo non ha proprio paragoni con quello della Namibia. Martin ha potuto scattare alcune foto e l’ho visto soddisfatto come un bambino.
La mattina seguente, seguendo la strada consigliata da Cate, prima lungo la Playground e poi verso le piccole dune del Kalahari, siamo arrivati al Lapa lange lodge. Spettacolare, un game reserve unico. Siamo stati accolti anche qui da una splendida e gioiosa ragazza, che ci ha mostrato la nostra camera, da cui potevamo godere di una splendida vista sulla piscina e sulla pozza d’acqua dove gli animali andavano a bere . Capiamo subito di essere anche qui all’interno di una riserva e prenotiamo il pomeriggio con i ghepardi. Una gentile ragazza ci accompagna all’interno di un recinto, e noi increduli come due bambini, ci siamo subito resi conto di essere in compagnia di due ghepardi, fratello e sorella, che si sono fatti accarezzare e coccolare come due gattini. Il cuore ci esplodeva, gli occhi sorridevano e brillavano… insomma come si fa a spiegare a parole quello che si prova in queste occasioni?! E come se non bastasse, durante l’aperitivo prima della cena, a bordo piscina, sono “venute a trovarci” tre piccole giraffe… che emozione! La mattina seguente, dopo un’abbondante colazione, abbiamo fatto una bellissima esperienza con i Bushman, due ragazzi giovani che ci hanno illustrato, nella loro lingua madre, e con i loro vestiti tipici, come si procurano il cibo, come riconoscono gli animali anche solo dagli escrementi ecc… ci veniva da piangere, sarà l’emozione e il fatto che il viaggio stava per concludersi… ma che nodo alla gola… lasciare “ tutto” e avvicinarsi di nuovo alla realtà verso la città di Windhoek, dove abbiamo passato l’ultimo giorno in una splendida villa immersa in un parco tranquillissimo.
Cercavamo di fare fotografie con gli occhi durante il tragitto, per non perdere nulla di questi paesaggi così surreali…
È così, velocemente e senza chiedere permesso, è arrivata l’ora di ripartire… che tristezza, ho abbracciato così forte Matthias come a dirgli “ ti prego facci restare”… ma le cose belle si sa, finiscono…
Spero di aver spiegato cosa è stato per noi questo viaggio di cuore e arrivati alla fine spero di essere stata chiara sul perché l’abbiamo chiamato così… perché il cuore, un pezzo del nostro cuore è lì … ma andremo a “riprenderlo” speriamo presto… abbiamo scritto piuttosto di getto, cerando di far trasparire il più possibile le emozioni, ma adesso, con calma, vorremmo precisare due cose. Innanzitutto io sono celiaca, e in tutti i posti dove siamo stati si sono organizzati al meglio per farmi mangiare il più possibile, ho trovato di tutto.. dolci, pane, tutto per rendere i miei pasti “normali”. Abbiamo trovato persone stupende, qualsiasi persona incontrata anche per caso ti chiede subito “ ciao come stai!?” ed è bellissimo. Ti riempie il cuore davvero. Abbiamo incontrato volti e occhi e sorrisi che sarà difficile dimenticare… abbiamo imparato tanto da questo viaggio, si è vero si dice sempre così. Ma questa volta abbiamo imparato la gratitudine, quella vera, e il rispetto, che purtroppo da questa parte dell’emisfero, sottovalutiamo troppo facilmente..
E infine, ma non per ultima, un doveroso ringraziamento a chi ha reso possibile tutto questo. La “nostra” Caterina, che ha saputo organizzare un viaggio così. Non so come abbia fatto, a distanza e con le tante richieste di due novelli sposini, ma non poteva davvero fare di meglio. Organizzato nei minimi dettagli, al massimo, e non ha sbagliato un colpo, anzi ci ha sorpreso in molte occasioni! Ha fatto di un sogno, la realtà.. anzi meglio! E credo che anche qui non esistano parole a sufficienza per poterla mai ringraziare, se non dirle che ci vedremo presto, per un nuovo viaggio!
Grazie di cuore!
Seila e Martin
PRESTO ONLINE LE FOTO DI MARTIN